CAMILLA : la Ragazza con il turbante

CAMILLA : la Ragazza con il turbanteCAMILLA : la Ragazza con il turbante

Camilla è una ragazza di Sassari che si racconta così

“Sono un’infermiera di 26 anni di Terapia intensiva Neonatale…faccio il lavoro più bello del mondo, un lavoro pazzesco, un lavoro che ti da tanto e che ti toglie altrettanto…vivevo ogni giorno il dolore e la sofferenza altrui, vedevo il vero amore negli occhi delle mamme e dei papà nel vedere i loro figli per la prima volta ma vedevo allo stesso tempo la disperazione e l’angoscia nei loro volti quando le cose non andavano come si spera vadano all’ inizio di una nuova vita….

“Oggi sto facendo il quinto ” brindisi al veleno” di sei perchè il 09/06/2015 mi hanno diagnosticato un tumore al seno di tipo duttale infiltrante metastatico.
Un cancro!!!!oddio un cancro!!!A 26 anni non ti aspetti di vedere il tuo nome e cognome in un foglio con una diagnosi di cancro….in realtà non pensiamo mai che il Sig. Cancro possa stringerci la mano e diventare un tuo inquilino ma in realtà fa parte della vita, ci mette di fronte a sfide e battaglie ma come si dice ” le battaglie sono fatte per essere vinte ” e io ho deciso almeno di provarci e cacchio se ci provo, ci provo con tutta me stessa…d’altronde la vita è troppo bella per lasciarla andar via senza combattere!!!
Tutto questo non sembrava vero, sembrava che mi stessi osservando dall’esterno… sembrava che quella persona così diversa non fossi io… non potevo essere io, ma invece ero proprio io.
Tutt’ora guardo le vecchie foto e penso che quella ragazza sia un’altra persona, mi dimentico di com’ero… ci si abitua al cambiamento, si trova un modo per abituarcisi e si fa di tutto per continuare a vivere la vita a pieno (o quasi) anche con qualche kg in più e con un turbante in testa.

La prima volta che ho indossato il turbante dovevo e, soprattutto, volevo andare ad una festa di laurea e non volevo rinunciarci.
Era estate, indossai un vestito nero lungo, avevo appena comprato la stoffa con la quale facevo i miei turbanti, scelsi la stoffa grigia (che divenne la mia preferita) e la feci diventare un turbante, il primo.

Sono passati solo 20 giorni dalla diagnosi all’inizio, poi, della terapia e io pensavo fossero passati 20 mesi, credetemi!

Feci svariati esami , la PET, la scintigrafia, la biopsia epatica ed esami vari e vi assicuro che i referti sembravo non arrivassero mai,ma poi imparai a conoscere la pazienza, che avevo solo a lavoro, e la capacità di resistere alla paura, di dominare la paura, il che non vuol dire che non ne avessi…ne avevo da vendere ma iniziai a prenderci confidenza e iniziai o, perlomeno credevo, a razionalizzare e metabolizzare la malattia! Con Pazienza e Paura e un pizzico di Ansia al mio fianco affrontai questi benedetti e interminabili 20 giorni di limbo, non troppo divertenti ma sono serviti a completare il puzzle, a capire come attaccare il ” bastardo”

Il primo giorno di chemioterapia finalmente arrivó… L’ho aspettato come il Natale, come il primo giorno di scuola o come una festa spettacolare insomma ero felice di affrontare questa sfida perchè stavo facendo qualcosa che avrebbe attaccato “fisicamente” i bastardelli!! Comunque, come ogni evento che si rispetti ero molto emozionata, non ero spaventata anzi ero felice… mi spaventava più il fatto che non fossi spaventata che la terapia in sè

Ad una settimana e mezzo di distanza dalla prima chemio attendevo con ansia la caduta dei capelli.
Ho sempre avuto il vizio di arrotolarmi una ricercata ciocca di capelli e in base al mio umore la velocità aumentava o diminuiva. Potete immaginare.

Quel giorno tanto atteso arrivó e più passavo le mani tra i capelli più mi restavano in mano…potevo fare dei fiocchetti con i miei capelli. Sembravano appoggiati ed era assurdo con che facilità si staccassero dalla mia testa…
passavano i giorni e diventavo sempre più pelata. Avevo deciso.

Niente parrucca.Voglio il foulard, avró un turbante… molti turbanti, dovevo abbinarli al mio abbigliamento ovviamente. Inizió la ricerca dei foulard e dei vari modi per indossarli

 

La prima volta che ho indossato il turbante dovevo e, soprattutto, volevo andare ad una festa di laurea e non volevo rinunciarci.
Era estate, indossai un vestito nero lungo, avevo appena comprato la stoffa con la quale facevo i miei turbanti, scelsi la stoffa grigia (che divenne la mia preferita) e la feci diventare un turbante, il primo.
Uscire di casa quel giorno fu molto complicato, lo ammetto, e fu ancora più complicato entrare nel locale della festa.

Ho voluto spiegare in un video come realizzare il turbante che mi ha fatto e mi fa compagnia e volevo condividerlo con chi, come me, vuole indossarlo per i più svariati motivi”

Camilla crea una pagina faceooK La ragazza col turbante che cresce a vista d’occhio ,lancia l’Hastag  #turbanteselfie  #laragazzaconilturbante #wedontlikecancer e una marea di persone indossano il turbante e le foto con i turbanti  invadono il web

CAMILLA : la Ragazza con il turbante

“Magari con tutti questi ‘turbantizzati’ nel web ci saranno meno sguardi indiscreti nella vita di tutti i giorni perché è proprio questa una delle difficoltà da superare durante questo percorso: indossare un turbante vuol dire coprire qualcosa, qualcosa che non c’è più ed è, ahimè, un simbolo della malattia nella visione comune”.

CAMILLA : la Ragazza con il turbante

“Abbiamo invaso le bacheche di facebook ma avete invaso il mio cuore – scrive Camilla – vedere tutte quelle persone che hanno indossato un turbante per me e per chi lo sta indossando per il mio stesso motivo, non ha prezzo. 250 foto di bellezza, donne, uomini, bambini, cani, gatti e cavalli. Un’ondata di amore, d’energia e di solidarietà, gesti che ti danno una carica pazzesca per andare avanti sempre con il sorriso, gesti che ti fanno capire che non siamo soli durante questa battaglia. Avete indossato un turbante, avete capito per un attimo cosa si prova e sopratutto avete ‘sdrammatizzato’, con quest’invasione, un gesto che a volte e per molti non è sempre facile da compiere”.

Fonte la ragazza con il turbante
pagina Facebook La Ragazza con il turbante

un grazie speciale a Camilla Colorito che mi ha permesso di  far conoscere la sua storia

 

 

 

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