SANTA LUCIA : la festa dei golosi

SANTA LUCIA : la festa dei golosi

 

SANTA LUCIA : la festa dei golosi

Dopo la sua morte Lucia fece molti miracoli, e perciò fu innalzata agli onori degli altari. Ma il miracolo che la rese più conosciuta e venerata fu quello operato nella sua città natale, dove nel 1646 infuriò una terribile carestia.
Si dice a tal proposito che nel duomo di Siracusa, dove il popolo affamato si era radunato per pregare si introducesse una candida colomba che volò sino all’altare e dopo essersi posata a lungo su di esso, uscì dalla chiesa allorché il grido di uno sconosciuto annunciò che al porto era giunta una nave che recava un carico di frumento in dono ai cittadini affamati. Subito il grano fu distribuito alla popolazione, che, non avendo tempo per macinarlo, farne farina e poi pane, per la fretta e la gran fame, lo bollì e lo consumò con l’aggiunta di un filo d’olio, mangiandolo con le mani, chicco per chicco.
Tale preparazione prese il nome di Cuccìa (con l’accento sulla i).
Il popolo e le autorità, che avevano invocato a lungo l’intercessione di Lucia, gridarono al miracolo.
Da quel giorno, che era appunto un 13 di dicembre, si decretò che in quella data Lucia sarebbe stata festeggiata e venerata in tutto il mondo cristiano.
La tradizione popolare volle che il 13 di dicembre, in ricordo del miracolo di Lucia, si mangiasse per penitenza solo frumento bollito, intero e non macinato o sotto forma di pane, e che non si assumesse cibo fatto con la farina. Il grano lesso con l’olio si offre ancora oggi a parenti ed amici per invitarli alla penitenza.
Il culto di S.Lucia si è sparso poi in tutto il mondo: nei paesi nordici d’Europa il 13 dicembre le fanciulle indossano una veste candida e una corona di foglie con delle candele, simbolo di luce. Poi alcune di esse si recano in Sicilia a Siracusa per venerare la Santa e sono denominate

“LUCIE”.

Col passar del tempo, al grano bollito, cui si diede il nome di “CUCCìA” da “cocci”, cioè chicchi di grano, si cominciò ad accostare il riso, altro cereale in forma di chicco, che fu consumato prima soltanto lessato, poi in forme sempre più elaborate sino ad arrivare all’”ARANCINA”, una piccola palla fritta di riso condito e ripieno di carne tritata al ragù.
La fantasia popolare cominciò dunque a non aver più limiti: la cuccìa, prima solo grano bollito con l’olio, diventò poi uno squisito dolce con l’accostamento della crema di ricotta allo zucchero e l’unione di pezzetti di zuccata e cioccolata, spolverato di cannella…

Quindi, per analogia, si mangiò ogni leccornia che non fosse confezionata con la farina: i ceci lessati conditi col vino cotto, le “panelle” fritte (piccole cotolette vegetali fatte di farina di ceci), realizzabili anche in una versione dolce, in cui la “panella” viene farcita con crema di ricotta o d’uovo all’inglese, ed infinite altre preparazioni vegetali dolci e salate, come le “crocché” (dal francese “croquettes”) di patate….-
Insomma, da un giorno di penitenza in nome di Santa Lucia, il 13 dicembre si è trasformato in un’occasione per rimpinzarsi d’ogni leccornia dolce e salata, mentre la penitenza è compiuta soltanto da pochi.
Si aggiunga che, poiché la Santa è considerata come protettrice degli occhi e della vista, tutti fan mostra di escludere dalla tavola il pane e la pasta, fatti con la farina, nel timore superstizioso di contravvenire al voto e di correre il rischio di una malattia agli occhi…-
Così, nel nome di Santa Lucia,la presunta religiosità dei Siciliani annega in un mare di arancine e di cuccìa con la ricotta!…
Tuttavia, se si vuole onorare la Santa, basterà pregarla…e se non si eccederà, nulla vieta di gustare qualche preparazione caratteristica che la tradizione popolare ha conservato sulle nostre tavole!-

This function has been disabled for Pepite.